Notiziario nº 76 - Dicembre 2011

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Il nuovo servizio dei cattolici: operare per il bene comune

A metà ottobre i cattolici si sono ritrovati a Todi proprio per approfondire e sviluppare il tema fondamentale dell'etica e del bene comune, così come si presenta nei vari aspetti della vita umana, civile, politica e sociale che sia.

Negli ultimi mesi, con il progressivo aggravarsi della situazione economica e sociale del nostro Paese, il Pontefice Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli e a tutti gli italiani molteplici esortazioni a mettere da parte egoismi, individualismi, contrapposizioni e interessi particolari, nel presupposto che la delicatezza del momento impone di concentrare ogni attenzione e l'impegno collettivo alla ricerca e alla tutela del "bene comune" e al rafforzamento di quei valori etici che della persona e del bene comune costituiscono il presupposto e la sostanza. A metà ottobre i cattolici si sono ritrovati a Todi proprio per approfondire e sviluppare il tema fondamentale dell'etica e del bene comune, così come si presenta nei vari aspetti della vita umana, civile, politica e sociale che sia. A Todi è stato in conclusione prefigurato l'avvio di una nuova stagione di "servizio" del mondo cattolico con una più incisiva presenza nel contesto sociale e civile, recuperando con forza i contenuti culturali di un tema molte volte affrontato anche in occasione delle Settimane Sociali dei cattolici, momenti di approfondimento che si susseguono ormai da più di cento anni e più precisamente dal settembre 1907. Oggi, affrontare il tema del bene comune e della centralità della persona significa quindi accogliere e rivalutare un impegno che viene da lontano. Un impegno che si è evoluto secondo due idee fondamentali: la memoria del contributo dei cattolici alla vita civile e le conseguenti nuove responsabilità. Negli anni '60 e '70 si diffuse la convinzione che la Dottrina Sociale della Chiesa fosse un'ideologia cattolico-conservatrice, borghese, un supporto in più del capitalismo. Successivamente, a partire dalla "Rerum Novarum", si assiste alla ripresa e allo sviluppo del pensiero sociale della Chiesa. Negli ultimi anni, infine , sotto l'incitamento di Giovanni Paolo II, prima, e per le ricordate continue sollecitazioni di Benedetto XVI poi, la Dottrina Sociale Cattolica è diventata un vero e proprio strumento di azione nelle mani dei laici cattolici impegnati nella vita pubblica. Per questo sempre più oggi la sollecitudine per il sociale vede le gerarchie ecclesiastiche e tutti i cattolici italiani ricentrarsi sulle questioni che caratterizzano la convivenza civile, in una tensione destinata a migliorare le condizioni di base che consentono e favoriscono lo sviluppo integrale della persona, con la rivalutazione della dignità umana che è condizionata dalla conformità o dalla difformità dei programmi, delle decisioni, delle attività dei governi, dei partiti politici, dei sindacati, delle istituzioni, dei gruppi sociali. La seconda idea fondamentale su cui poggia il tema del bene comune attiene alla presenza pubblica e politica del cattolicesimo, del cui contributo nemmeno per il futuro tutta la comunità nazionale potrà fare a meno. Perché "i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla politica, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune". Che è anche il bene dell'Italia.

Ultima revisione 4/1/2012

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