Riflessioni 'lessicali' sulla donazione del sangue.
Il termine fobia deriva dal greco "phobòs", ossia paura, ed è un'irrazionale e persistente repulsione di situazioni, oggetti, attività o persone. Con una semplice ricerca (moderna in internet, o classica su carta) si può rinvenire un elenco pressoché sterminato di fobie; tra le più strane od inconsuete ho rinvenuto: ablutofobia, paura di lavarsi o bagnarsi; gefirofobia, paura di attraversare i ponti; consecotaleofobia, paura delle bacchette cinesi (!). E chi più ne ha più ne metta. Praticamente tutto può far paura! Non a caso la nostra società, che tanto si vanta di essere moderna ed evoluta, pur con tutta la sua forza e le sue "sicurezze", è sempre più fobica, sempre più paurosa.
Tra le fobie di nostro interesse risalta l'EMOFOBIA ("aima", in greco, sangue), cioè la repulsione per il sangue, sia proprio che altrui che di animali. Gli emofobici non sopportano neppure di pensare che gli si possa togliere sangue, ed anche una semplice propaganda per incentivare a donarlo può causar loro disagio. A parte i casi di vere e proprie patologie, che giustificano appieno il "girarsi dall'altra parte" di fronte a proposte di donare sangue, ho la sensazione che, spesso, dietro a simili comportamenti si celino motivazioni principalmente legate ad altro suffisso che altrettanto caratterizza i nostri tempi, col quale ho dato il titolo a queste righe: -ISMO. Questo è appunto un suffisso (dal latino "-ismus" e dal greco "-ismòs") con significato di classificazione e/o categorizzazione, che deriva un nome comune (astratto) verso varie categorie; se si premette -ego avremo il concetto di un comportamento o atteggiamento: l'EGOISMO.
Lungi da me dal voler fare una lezione di lessico, che del resto non sarei in grado di fare, tutto quanto sopra per dire come forse non di rado il motivo che frena tante persone a diventare donatori di sangue, in realtà, non sia la paura del sangue (o, aretinamente parlando, del buco), ma piuttosto il dilagante egoismo, la crescente chiusura e diffidenza verso gli altri, il curarsi solo dei propri "cari" (salvo poi arrovellarsi quando il sangue serve proprio per questi !).
Di sangue e dei suoi derivati c'è un crescente bisogno; di -fobie ed -ismi ce ne sono anche troppi; per grazia di Dio ci sono anche tante persone di buona volontà che stendono il proprio braccio e danno un po' di sé per chi ne ha bisogno.
AIUTATECI A FARE IN MODO CHE SIANO SEMPRE DI PIU'.
Il Presidente del Gruppo FRATRES, Alberto Veracini
Ultima revisione 2/3/2011
Questo sito utilizza i cookie. Continuando a navigare il sito accetti i termini e le condizioni previste per l'utilizzo dei cookie.
Leggi di più Accetto
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)