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Gli Angeli del Capodanno

Una notte insieme ai componenti di un equipaggio di soccorso della Misericordia di Arezzo. S’è trattato della notte di fine anno e inizio anno nuovo. Ma per loro ogni notte è così: al servizio degli altri.

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Si respira essenzialità e autenticità, nel fare la mezzanotte che segna la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo in compagnia dell’equipaggio in turno di soccorso d’emergenza presso la Misericordia di Arezzo.

Il turno inizia già dalle ore 20:00 e si opta per andare subito a cena, contando sul fatto che mediamente, in una serata del genere, fino all’agognata mezzanotte difficilmente chiamerà qualcuno… “ma non si sa mai!”

La cena è frugale e al contempo squisita: uno dei soccorritori, provetto cuoco amatoriale, ha portato già preparata da casa una salsa a base di polpo per la pasta e un tegame di moscardini in guazzetto. In sede si preparano un po’ di tartine e crostini d’antipasto, mentre si scalda l’acqua per le tagliatelle. E in men che non si dica siamo a tavola.

È stata una scelta azzeccata, perché appena finito di cenare arriva già una chiamata dalla CO 118: l’indicazione è di un codice giallo per probabile intossicazione alcolica, con rischio di coma etilico (per fortuna ora le temperature anche notturne sono abbastanza miti, altrimenti questo rischio si aggraverebbe con quello dell’assideramento, ma in ogni caso non è da sottovalutare che possa verificarsi comunque in dipendenza della quota alcolica assunta…). Inoltre, il target (l'obiettivo) della chiamata è distante.

L’intervento si prolunga un po’ ma alla fine si risolve con il trasporto del paziente al pronto soccorso per le cure e l’osservazione del caso. E in più l’equipaggio è di rientro in sede già alle 23:45…ben quindici minuti prima della fatidica mezzanotte.

C’è tutto il tempo per affettare il panettone, sintonizzare il grande schermo tv su una delle tante trasmissioni che accompagnano verso la mezzanotte, scandire insieme il conto alla rovescia per la fine dell’anno imminente.

Il cin-cin dell’ultimo rintocco consiste in un abbraccio reciproco, accompagnato dallo stappo d’una Coca-Cola, ricordando che la compagnia di amici è sempre un privilegio raro. Poi si corre ai cellulari per scambiare i primi auguri del nuovo anno con i propri cari…

Una nottata tiepida quanto umida ci permette di goderci i primi momenti del nuovo anno nel terrazzo della Misericordia, sotto le stelle, uno spicchio di luna e il frastuono festoso dei botti sparati praticamente da tutti gli ultimi piani dei palazzi, sempre con un occhio al tablet e un orecchio al telefono che ci collegano al 118 nel caso di nuove chiamate d’emergenza.

E, puntualmente, ne arriva una! Stavolta la segnalazione riguarda una sospetta allergia alimentare e il codice d’invio è di nuovo giallo. Anche questa indicazione trova conferma all’arrivo dei nostri, che avviano al pronto soccorso una crisi allergica con reazione orticarioide (gonfiori vistosi), per fortuna senza (ancora) interessamento delle vie respiratorie, più che probabilmente dovuta a ingestione di crostacei…il cenone di fine anno ha colpito ancora!

Giusto il tempo di rientrare in sede per posarsi un po’ e… ci risiamo!

In piena notte infatti, proprio quando gli allegri schiamazzi dei dintorni si andavano calmando, arriva dal 118 l’attivazione che non avremmo mai voluto: un codice rosso, di massima priorità, con il sospetto che non ci sia comunque più niente da fare.

Un sentore che si rivelerà fondato: una giovane vita – solo 35 anni – se n’è andata, portata via da una overdose a cui nessuno ha potuto assistere abbastanza precocemente da chiamare in tempo i soccorsi. L’epilogo triste d’una disagiata solitudine, proprio in una benaugurale notte di festa.

È questa la condizione di un soccorritore dell’emergenza: “accogliere” gli estremi, muoversi tra di loro. Aver a che fare con la vita e con la morte; passare dall’attesa in cose ordinarie all’azione in situazioni straordinarie; dove certe volte si perde, certe altre si vince; si tocca con mano tutta la precarietà dell’esistenza per poi fregiarsi silenziosamente della soddisfazione d’aver contribuito a trarne in salvo una. Perché “chi salva una vita, salva mille vite!”

C’è chi si presta per la notte di Natale o di qualunque altro festivo. C’è chi fa le notti dei giorni feriali. E c’è stato – come si vede in foto d’apertura, al completo – chi ha coperto l’intera giornata del 1° gennaio stesso. Ma lo spirito, condiviso, è sempre lo stesso: dare il massimo per il nostro prossimo. È così che gli “Angeli di Capodanno” vegliano sulla cittadinanza…in ogni notte (e in ogni giorno) dell’anno.

“Che Iddio ve ne renda merito!”

NOTA: L’equipaggio protagonista della notte di Capodanno è quello nella seconda foto del servizio e nella foto ancora a tavola…un attimo dopo ha squillato il telefono con il 118 per la prima uscita descritta.    

Ultima revisione 3/1/2023

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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)

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