Vi diciamo “Buon Natale” ricordando - grazie al nostro Presepe - i tanti servizi che la Misericordia di Arezzo svolge quotidianamente in aiuto al prossimo, ai più bisognosi. Servizi che non consistono solo nelle missioni di soccorso per emergenze.
Il Presepe. Il nostro Presepe. Che, in un’epoca in cui i presepi – almeno quelli visibili al pubblico – sembrano scomparsi o comunque fuori moda, specie rispetto a una tendenza imperante che fa preferire alberi, palline, slitte e renne di babbi natale e luminarie d’ogni tipo, fa bella mostra di sé nella chiesa della SS Trinità, detta “chiesa della Misericordia” per la sua contiguità con la sede storica della Confraternita in via Garibaldi 143 ad Arezzo.
Il Presepe ritrae anche i Re Magi, che rappresentano in un certo modo il senso del dono, della riconoscenza per la venuta al mondo di nostro signore Gesù Cristo. È allora che ci vien di parlare dei tanti servizi per il bene altrui che la Misericordia di Arezzo mette in campo ogni giorno. Prendiamone un paio soltanto, giusto come esempio.
Uno è quello che fa capo al Banco Alimentare allocato nel suggestivo sotto chiesa della basilica di San Francesco, un servizio di cui riparleremo in seguito con dettagli e resoconti, ma che qui ci aiuta a rammentare che qualcosa come quindici volontari – con il coordinamento tra essi di un rettore componente dell’attuale Magistrato – collaborano a questo cruciale servizio di aiuto in generi di prima necessità rivolto a famiglie bisognose e d’intesa con i Servizi Sociali del Comune.
L’altro esempio riguarda la frequentazione delle scuole, con diversi istituti scolastici cittadini che accolgono sistematicamente nostro personale volontario in visite informative, divulgative ed educative circa l’universo della solidarietà e dell’aiuto agli altri.
Durante due di queste recenti visite, rispettivamente presso le scuole materne ed elementari di Tregozzano e della Chiassa, gli scolaretti dei due istituti hanno voluto preparare un’incredibile quantità di regali da lasciare a nostra disposizione perché vengano donati ad altri bambini meno fortunati!
Le foto a corredo dell’articolo si riferiscono allo stoccaggio provvisorio che abbiamo fatto di quei doni, sempre nel sotto chiesa di San Francesco, e insieme ai messaggi, alle dediche, ai disegni e alle letterine di cui i bambini donatori si sono improvvisati autori, in un gesto di spontanea solidarietà corale che ha molto da insegnare agli adulti, specie di questi tempi.
Scriveva Gianni Rodari nel finale di una sua celebre filastrocca, di quelle “per bambini d’ogni età”: «…se ci diamo la mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l'anno»!
Ultima revisione 24/12/2022
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)