La stagione più calda espone a rischi caratteristici del periodo, come il colpo di sole o di calore, che possono essere prevenuti. L’attenzione a non disidratarsi mai è la principale cautela da mettere in atto. Soprattutto per gli anziani.
In queste infografiche di Ministero della Salute diffuse da Regione Toscana si ricordano i principali accorgimenti da mettere in atto per evitare condizioni di disidratazione in quanto questo fenomeno, più facile a verificarsi in piena estate, è alla base di una maggior suscettibilità ai colpi di sole e di calore.
Due inconvenienti in realtà diversi ma che possono avere entrambe conseguenze anche gravi.
Il colpo di sole è un eccesso di irraggiamento solare diretto, in pratica un’esposizione alla luce del sole eccessiva e troppo prolungata, in cui l’innalzamento del calore è in realtà secondario in quanto il danno maggiore deriva dalle radiazioni solari – specie le UV ma non solo – che ledono soprattutto le parti esposte del corpo, con conseguenze cutanee che arrivano fino all’ustione; e la vista, con fotosensibilizzazione, secchezza irritativa dell’occhio ecc, fino al danno retinico vero e proprio. Le persone con pelle molto bianca e occhi chiari devono infatti moltiplicare le attenzioni.
Il colpo di calore è invece conseguente a un’esposizione troppo prolungata a temperature elevate, anche indipendentemente dalla luce solare diretta: può infatti accadere anche in ombra o in locali al riparo dal sole, come può succedere per esempio in un piccolo ambiente chiuso privo di areazione, magari compiendo un qualche lavoro fisico. L’organismo tende a surriscaldarsi senza la possibilità di dissipare il calore in eccesso, se non tramite la sudorazione. Questa tuttavia a un certo punto non è più sufficiente a svolgere il proprio ruolo difensivo che è proprio quello di ridurre il surriscaldamento corporeo tramite l’evaporazione del sudore dalla cute, impedita dall’assenza di ventilazione…e arriva il malore.
Ecco che, in definitiva, colpo di calore e colpo di sole possono trovarsi associati ma anche accadere indipendentemente l’uno dall’altro. E in estate diventano naturalmente assai più probabili entrambe.
In ogni caso riconoscono un agente causale facilitante il loro instaurarsi, che è appunto la disidratazione, cioè l’impoverimento dell’organismo di quell’acqua di cui ha estremo bisogno – sempre, ma in questi casi ancora di più – proprio per sostenere l’efficienza dei sistemi di termoregolazione e l’idratazione generale e cutanea/sottocutanea, messe più a dura prova durante il periodo estivo.
Va anche tenuto ben presente che in certe condizioni, per esempio nell’anziano, il senso della sete può non corrispondere al reale bisogno d’acqua: in altre parole, si può avere necessità di reintrodurre subito liquidi senza rendersene conto!
Così come l’uso di alcuni farmaci può indurre disidratazione per eccessiva perdita di liquidi: diuretici, lassativi ecc. Anche l’assunzione di alcolici aumenta il fabbisogno idrico. E altrettanto accade in condizioni patologiche, come vomito, diarrea ecc.
Incide anche la nutrizione: ogni alimento comporta una cosiddetta “azione dinamico specifica”, cioè una certa quota d’energia e acqua per essere metabolizzato e normalmente l’acqua introdotta nella composizione stessa dell’alimento è sufficiente o superiore a quella che richiede per essere digerito; ma per le proteine – carne, pesce, uova ecc – non è così, al contrario i cibi a base proteica richiedono più acqua di quanta ne introducano! Quindi un’alimentazione iperproteica può far aumentare la richiesta d’acqua che, se non viene soddisfatta, sfocia in maggior disidratazione. Donde il suggerimento di preferire carboidrati, verdure e frutta, evitando eccessi proteici.
Ma cosa possiamo bere, specialmente considerando che in realtà si può andare incontro non solo a disidratazione pura ma anche a squilibrio nei sali minerali introdotti – come avviene con la sudorazione abbondante e prolungata – e dunque conviene ragionare in termini di “bilancio idrosalino”? ACQUA! È sufficiente bere acqua, minerale o di rubinetto – vanno bene entrambe – evitando invece bibite zuccherate e integratori vari, di cui non c’è quasi mai un reale bisogno perché tutte le acque potabili, in bottiglia e di rubinetto, contengono già anche dei sali.
Volendo essere più precisi, e potendo scegliere, in estate si potrebbe optare per un’acqua “medio-minerale”: le acque in bottiglia, infatti, sono catalogate in base al “Residuo Fisso a 180°C”, denominazione – fateci caso – che trovate riportata su tutte le etichette. È la misura della quantità di sali minerali contenuti in 1 litro d’acqua e la ottengono facendo evaporare per rapida ebollizione 1 litro di quell’acqua e pesando i residui salini che restano. Se sono meno di 200 mg/l (milligrammi per litro) si tratta di acqua oligominerale, cioè con basso contenuto di minerali: sono così per esempio tutte le acque di montagna. Se il residuo è superiore ai 200 mg/l e fino ai 1000 mg/l si parla di acqua medio-minerale. Sopra i 1000 mg/l (cioè con più di 1 grammo di sali per litro) siamo al cospetto di un’acqua “minerale” propriamente intesa o detta anche a scanso di equivoci “fortemente minerale”.
Escludendo quest’ultima categoria, un po’ perché si tratta di rarità e un po’ perché poco appropriate, le acque ideali in estate per il mantenimento del corretto bilancio idrosalino sono appunto le medio-minerali.
Per tutto il resto, valgono naturalmente le infografiche riassuntive che alleghiamo, facili da consultare e da memorizzare.
Senza dimenticare che le attenzioni e le informazioni non sono mai troppe per prevenire il rischio insito nelle più svariate situazioni estive: per esempio, sapevate che durante l’uso del climatizzatore in auto ci si disidrata fortemente senza potersene accorgere? Pensate che a ogni ora di viaggio in assoluto confort termico su un’auto pur con ottimo e funzionante impianto di climatizzazione consumiamo oltre mezzo litro d’acqua. Senza sudare, del tutto inavvertitamente!
E sapevate che la stessa cosa avviene in un bagno in mare troppo prolungato, specie nuotando? Il contatto con l’acqua salata, iper-osmolare rispetto al corpo, sottrae infatti liquidi dall’organismo tramite cute e mucose; e si tende a non accorgersene per via del refrigerio conseguente all’essere immersi.
In pratica, in periodi di calura intensa, è bene bere acqua sempre, sorseggiando di continuo, anche indipendentemente dal desiderio di farlo: una bottiglietta termica da almeno mezzo litro di capacità da portare sempre con noi e da riempire via via è ciò che fa al caso nostro.
La reidratazione è anche l’intervento migliore da praticare nel primo soccorso a un episodio di malore per colpo di calore e/o di sole: cioè, oltre ovviamente a sottrarre il malcapitato dalla fonte di calore e luce e a porlo in assoluto riposo in luogo fresco e ventilato, bisogna fargli bere – se ben cosciente – acqua a sufficienza, a temperatura ambiente (insomma non gelata) e a piccoli sorsi ripetuti.
Buon proseguimento d’estate a tutti.
Ultima revisione 12/7/2022
Questo sito utilizza i cookie. Continuando a navigare il sito accetti i termini e le condizioni previste per l'utilizzo dei cookie.
Leggi di più Accetto
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)