Ecco lo stato di avanzamento dei lavori di raccolta, cernita e stoccaggio dei materiali di primaria necessità destinati all’Ucraina presso la Misericordia di Arezzo e il loro avvio al centro di smistamento Mercafir di Firenze da cui vengono portati fino ai confini di Polonia o Romania.
Vogliamo anzitutto rivolgere un sentito ringraziamento a tutti quei concittadini – davvero numerosissimi, al di là di ogni previsione – che fin da subito ci hanno fatto oggetto di donazioni di tutti i tipi di materiali segnalati come necessari per le tragiche conseguenze della guerra sui rifugiati dall’Ucraina.
È stata a tratti una vera e propria processione di persone che si sono prodigate fin dal primo momento e tutt’ora – anche mentre scriviamo questa breve nota di aggiornamento – in una gara di solidarietà senza precedenti e davvero toccante.
Senza chiedere di apparire da nessuna parte, nel silenzio e nell’anonimato, in puro spirito e tradizione della Misericordia, talvolta attoniti nel constatare con quanta operosità il nostro personale di volontari ha accolto tutti sistemando per molte ore al giorno ogni genere di donazione, ci hanno molto spesso ringraziato a loro volta “per quel che stiamo facendo”!
Il materiale pervenuto è stato così tanto che a un certo punto abbiamo dovuto appoggiarci a un magazzino intermedio, messo a disposizione dal Coordinamento provinciale delle Misericordie in zona Monte San Savino.
Dopo i primi viaggi fatti in proprio direttamente al Mercafir, nel pomeriggio e sera dell’8 marzo 2022 abbiamo consegnato l’undicesimo furgone di beni di vario genere per l’Ucraina con una ulteriore modalità. In pratica, abbiamo provveduto a stoccare la maggior parte del materiale pervenuto da noi portandolo con tre furgoni e più viaggi presso il suddetto magazzino, così da rendere di nuovo agibile il nostro in Arezzo anche indipendentemente dai trasporti a Mercafir.
Il deposito organizzato nella sede della Misericordia di Arezzo in via Garibaldi 143 è ora praticamente in buona parte svuotato (eccetto per una discreta quantità di vestiario da dover ancora selezionare e suddividere) quindi le donazioni possono proseguire; diciamo che “abbiamo fatto posto”!
Rinnoviamo pertanto l’invito affinché continui l’impegno di solidarietà dei concittadini, soprattutto con le donazioni di generi alimentari per bambini e adulti, materiale sanitario, materiale per igiene personale, coperte, sacchi a pelo ecc; mentre per ora preghiamo di soprassedere con i vestiti per adulti, che sono risultati eccedenti – almeno temporaneamente – rispetto al necessario.
Il Mercafir di Firenze, in zona Peretola aeroporto/Mercato dei fiori, è organizzatissimo: una sorta di hangar per la grandezza degli spazi disponibili, con accessi multipli per gru, muletti dei pancali e carichi/scarichi dove fanno la spola furgoni e camion per le varie operazioni. Ci sono anche portacontainer e un container stabile utilizzato come logistica di appoggio (mentre altri vengono caricati di merci), così come automezzi speciali dell’Area Emergenze della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Alle attività, che sono frenetiche ma ben condotte, collaborano più Associazioni oltre alla Misericordia. All’interno ci si sposta camminando fra corridoi creati tra gli scatoloni impilati, mentre in un punto è allestito un intero sistema di scrivanie con postazioni da PC portatile e fogli dove operano persone della Comunità Ucraina di Firenze e del Consolato. Nei pressi, fianco a fianco, un’analoga postazione della Federazione regionale delle Misericordie. Tutto viene registrato e catalogato, si ha l’impressione che non possa mancare all’appello nemmeno il classico calzino che si spaia sempre nelle nostre lavatrici.
Una ragazza non fa che comporre con pochi, precisi e rapidi gesti delle coccardine giallo-ciano da lasciarci in omaggio, con un piccolo spillo da balia, come a tutti coloro che portano beni lì in questi terribili giorni…e notiamo ancora una volta – come fanno anche loro – che “abbiamo gli stessi colori”!
C’è molta cortesia al pari dell’efficienza ma i sorrisi, per quanto spontanei, non sono pieni. E gli sguardi dietro le mascherine sanno d’intensità, apprensione e malinconia.
A questo punto non possiamo che lasciare la parola alle immagini che, come e più di sempre, parlano da sole. Invitandoci a una preghiera in più.
Ultima revisione 11/3/2022
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)