Continuano gli appuntamenti di “case-report” per fare informazione su tutti gli aspetti – anche i meno noti o più controversi – delle azioni di soccorso che quotidianamente siamo chiamati a svolgere. Per il più recente è stata la volta delle collaborazioni tra sanitari e forze di pubblica sicurezza.
Protagonista l’Ispettore della Polizia di Stato Dr. Ugo Bonelli – Rettore referente per la comunicazione internamente all’attuale Magistrato della Misericordia di Arezzo – alla presenza di esponenti del 118-ASL, quali il suo direttore di CO Dr. Giovanni Sbrana; Luca Pancioni, Disaster manager ASL; Samuele Pacchi, Formatore ASL; e di formatori e responsabili di Croce Bianca e Croce Rossa; il Dr. Marco Feri, attuale Rettore responsabile sanitario della Misericordia di Arezzo; nonché il Governatore della Misericordia di Arezzo, Prof. Pier Luigi Rossi; Cinzia Garofalo, direttrice infermieristica dell’emergenza per l’intera area vasta Toscana SudEst e un notevole pubblico di operatori… l’incontro è entrato subito nel vivo con un tema che ha fatto da filo conduttore al resto della serata: l’approccio ‘criminalistico’ agli scenari del soccorso!
In sostanza, l’Ispettore Dr. Bonelli ha evidenziato come sia auspicabile che si cominci finalmente a praticare un approccio agli scenari del soccorso sanitario con un occhio non più esclusivamente “curativo” ma attento anche ad alcuni di quei dettagli che possono poi fare la differenza nel successivo processo d’indagine per l’accertamento delle eventuali responsabilità.
Un processo che si presenta troppo spesso tortuoso – talvolta perfino inattuabile – proprio perché le autorità che esercitano funzione di polizia giudiziaria trovano ostacoli nello svolgere le indagini dovute, costituiti – per esempio – dalla presenza di “inquinamenti” o manomissioni estese del teatro dell’evento che, seppur involontarie, avrebbero potuto essere evitate.
Si tratterebbe insomma di sforzarsi di considerare lo scenario di un soccorso – per quanto solo accidentale – un po’ come se fosse la nostra “scena del crimine”.
Ciò può significare – solo per citare qualche esempio – l’accortezza per i soccorritori sanitari di non entrare in scena in sovrannumero, ma solo con gli operatori effettivamente indispensabili; che questi percorrano lo stesso corridoio d’accesso (e d’uscita) rispetto alla scena; che non spostino determinati oggetti (ovviamente armi, ma anche altro…); che scattino qualche immagine d’insieme (chi non ha oggi uno smartphone a portata di mano?) per la ricostruzione successiva della posizione dei vari elementi di valutazione in gioco… insomma, avere un punto di vista meno “a tunnel” rispetto a quanto si tenda a fare di solito.
È naturale che la priorità del soccorritore sanitario resti quella della salvaguardia della vita e dell’incolumità di sé stesso, del proprio team e del paziente o dell’infortunato che va a soccorrere, ma ciò può essere fatto forse altrettanto bene considerando anche gli aspetti meno sanitari e più di tipo “legale”.
È in fondo un’estensione del criterio di valutazione che impone per prima cosa di chiedersi se “la scena è sicura”, ai fini dell’autoprotezione; o se invece non sia necessario attendere il soccorso tecnico, per esempio dei Vigili del Fuoco e/o delle Forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri ecc.), prima di mettere in atto qualsiasi azione sanitaria. O rendersi conto che qualsiasi scenario di soccorso, perfino il più puramente accidentale, può riservare anche risvolti criminalistici, fondamentali per la ricerca delle responsabilità (si pensi anche soltanto agli incidenti stradali, dove il fattore umano – il celeberrimo “human factor” – si rivela sempre preponderante…).
La serata, con un tema di partenza di tale interesse, non poteva che riservare uno svolgimento altrettanto coinvolgente l’attenzione di tutti, che ha finito per toccare altrettanti punti nodali, riassumibili nelle modalità di rapporto interforze tra i vari comparti in gioco, sanitario da un lato e – appunto – di pubblica sicurezza dall’altro; e nell’opportunità che oggi si presenta di interfacciarsi meglio (cominciando dal piano delle informazioni) tra Centrali operative, per una più approfondita conoscenza reciproca, che sia di premessa a un miglioramento tecnico comune.
Dopotutto, come ha sintetizzato sul finire lo stesso Governatore Prof. Pier Luigi Rossi – “le divise apparentemente possono separarci, ma i problemi di sicuro ci uniscono!”
Logica conseguenza è stato l’auspicio – rilanciato da tutti i partecipanti – di rivedersi prima possibile onde gettare le basi per proposte di nuovi protocolli operativi tra sanitari ASL-118, Associazioni delle ambulanze e Forze dell’ordine.
Ultima revisione 23/12/2021
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)