Recentemente la Misericordia di Arezzo ha intrapreso un’iniziativa di grande spessore per tutto il proprio personale di operatori: incontri multipli con una figura di psicologo qualificato, per imparare a gestire i molti risvolti emozionali legati all’universo del soccorso. Specie quale conseguenza del periodo Covid.
È infatti innegabile e ben noto che il genere di attività svolte dai nostri operatori spesso li espone – specialmente nel medio-lungo periodo – all’accumulo degli elementi di stress che incontrano.
Avere così spesso a che fare con la sofferenza, il dolore, lo sgomento, l’angoscia delle vittime oggetto di soccorso, siano esse colpite da malori improvvisi quanto coinvolte in incidenti stradali o altri eventi accidentali, non è mai cosa di poco conto.
E anche i tanti servizi sociali che svolgiamo, sebbene privi dell’adrenalina, non sono da meno: accompagnare pazienti in terapie praticamente croniche, come le dialisi, o comunque di lungo termine, come quelle oncologiche; così come avere a che fare spesso con disabilità fisiche e psichiche, espone sempre a un carico emotivo cui magari non si fa caso sul momento ma che nel tempo è in grado di incidere pesantemente – tanto più se in maniera inconscia – sulla nostra interiorità, finendo per alterare i nostri equilibri.
Ebbene il “corso”, se così si può chiamarlo, in quanto piuttosto che un’attività didattica appare una guida alla scoperta di sé e delle dinamiche – anche di gruppo – su cui si muove una comunità di operatori votati al bene della collettività, è strutturato in 6 incontri, dei quali a oggi ne sono stati svolti già 3, a quanto pare con una grande soddisfazione percepibile in ogni partecipante.
Tra le molte utilità si coglie agevolmente anche una facilitazione delle socializzazioni che riprendono dopo le solitudini della fase Covid più cupa, donde il nome/titolo per nulla casuale del progetto: “Ripartiamo ora”.
Così ha avuto a scrivere uno dei partecipanti nel proprio profilo social, come reazione a caldo al secondo degli incontri:
«Ieri sera è stata un'altra splendida opportunità per tutti NOI, sia come Misericordia, sia come singola persona.
Grazie Martina (la psicologa – ndr) della tua professionalità e grazie a tutti coloro che hanno deciso di intraprendere questo percorso mettendosi in gioco.
Ogni incontro, un qualcosa in più da portare a casa... Un imparare a conoscersi tra di noi, conoscere noi stessi e prendere consapevolezza delle emozioni con le quali abbiamo a che fare durante il nostro servizio, per imparare a gestirle.
Un modo piacevole di fare gruppo... d’imparare a fare gruppo!
Grazie a tutti e soprattutto grazie alla nostra Misericordia per averci dato questa possibilità!... Che sia la prima di una lunga serie di opportunità!»
Come si può intuire, l’iniziativa non soltanto soddisfa l’esigenza di prevenire negli operatori qualsiasi sindrome di “burn-out”, o di allontanarne nel tempo l’eventualità; è anche un’ottima serie di spunti per imparare una comunicazione più relazionale ed empatica – quindi più efficace – con colleghi, compagni, pazienti e bisognosi vari.
In sintesi, per gestire le proprie risorse interiori e attitudinali, orientandole verso modalità più positive e costruttive con cui reagire ai fattori di stress, padroneggiando meglio le situazioni e con una maggior consapevolezza sulle nostre vulnerabilità.
Ultima revisione 22/10/2021
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)