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ED È “CASE REPORT”!

Sembra il titolo d’una serie web-tv. Invece è l’analisi critica di un caso d’intervento in emergenza realmente accaduto. Una specie di cronaca circostanziata, attimo per attimo, alla caccia di criticità da risolvere, lacune da colmare, migliorie da introdurre. È solo così che l’efficienza di un team e di un sistema può mantenersi ai livelli ottimali oggi indispensabili.

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Ne ha parlato in questo primo interessantissimo appuntamento di una nuova serie, presso la Misericordia di Arezzo, giusto ieri giovedì 26 agosto, il Dr. Marco FERI che, nella sua nuova veste di rettore del Magistrato dell’associazione, ha subito posto la sua esperienza leggendaria di rianimatore (sia ospedaliero sia di ambulanza) al servizio del miglioramento continuo delle performance dei nostri equipaggi negli interventi di soccorso.

Ma l’ha fatto – va sottolineato – in modo che i contenuti risultassero interessanti e formativi per tutti, parlando – per esempio – anche di “comunicazione” interna tra gli attori in gioco nelle svariate fasi delle emergenze-urgenze. E ciò ha in qualche modo risposto a una certa aspettativa da parte di chi lo conosce: forse per questo il salone di rappresentanza della Misericordia ha subito esaurito i posti a sedere, come si evince dalle immagini!

Sono state infatti presenti tutte le possibili compagini: volontari – vecchi e nuovi – ma anche dipendenti, collaboratori, equipaggi in turno e non, componenti del nuovo Magistrato, Governatore in primis… insomma davvero tutti. Ma è stato il “calore” dell’incontro che ha costituito la nota più saliente: una partecipazione sempre viva, talvolta vivace ma comunque piacevolmente solidale e presente. A detta di tutti, a partire dai conduttori dell’incontro – che hanno stimato “molto positivo” l’insieme di feedback ricevuti – tra i quali, oltre al sopra citato Dr. Feri attuale primario direttore della rianimazione del San Donato di Arezzo, anche Luca Pancioni “disaster manager” nell’ambito della CO 118 ASL di Arezzo; Tommaso Bonanni, soccorritore professionista e formatore, nonché Benedetta Piergiovanni, stessi ruoli, entrambe in seno alla Misericordia di Arezzo.

La ricostruzione a posteriori del caso – “case report”, appunto – ha previsto prima l’esposizione fedele di ogni fase per come si è svolto; e poi la sua messa a confronto con i punti che hanno generato interrogativi circa la possibilità di introdurvi migliorie. Come ha subito premesso il Dr. Feri «non si tratta mai di ricercare ‘colpe’, né chi abbia fatto bene e chi abbia fatto male, bensì semplicemente di capire come rimuovere fattori d’ostacolo alla gestione dell’intervento, discrepanze nella valutazione del rischio, tempi risparmiabili, equivoci sui ruoli o qualsiasi altro problema la cui prevenzione risulti migliorativa sul livello di prestazione ottenuto».

Chiaramente si tratta di un ragionamento come detto a posteriori, su un intervento già accaduto, per migliorarne uno futuro che deve ancora accadere. Ma che tanto accadrà, non è questione di “se” bensì di “quando”: perciò bisogna tenersi addestrati e questa modalità di retroanalisi è preziosa.

Le consapevolezze che permette di raggiungere costituiscono i fattori maggiormente in grado di migliorare le “NTS – Non Technical Skills” – le abilità non esclusivamente tecniche, distinte dalle “TS – Technical Skills”, o abilità puramente tecniche, in modo da incidere sullo “Human Factor”, cioè sul comportamento umano complessivo nella gestione dell’evento.

È significativo sebbene curioso che questi concetti siano stati tanto cari all’universo aeronautico, da cui originano, e li si ritrovi assai similmente riportati in contesti solo all’apparenza opposti, come per esempio le immersioni subacquee. Così come nelle procedure e nei protocolli caratteristici delle fasi di un soccorso sanitario.

Campi in cui vige sempre una certa ristrettezza nei tempi di reazione e l’immancabile “principio di Reason”, alias “paradosso del groviera” – ne parlammo già in altro nostro articolo circa le protezioni offerte dai vari criteri di indossamento DPI, distanziamento, isolamento ecc – per cui l’incidente, l’inconveniente, e l’errore umano, non sono mai eventi assoluti né così improvvisi come sembrano, né tantomeno l’esito di fatalità, bensì il risultato di tutta una serie di “intoppi”, ciascuno dei quali sarebbe di per sé poca cosa ma che, tutti insieme, finiscono per scompensare progressivamente le nostre capacità difensive. Quando teniamo affiancate molte fette di groviera i buchi di ognuna non combaciano con quelli delle altre, per cui non passa nulla tra una fetta e l’altra e controluce i buchi neanche si vedono, l’effetto-barriera è massimo; ma se comincio a togliere fette di groviera lo spessore difensivo globale si fa sempre più sottile e a un certo punto s’iniziano a vedere i buchi, tra i quali aumentano progressivamente quelli passanti!

Insomma una serata e un’iniziativa stimolanti, che non dimenticheremo e che spalancano le porte a futuri e analoghi eventi, ci auguriamo numerosi e ripetuti con costanza nel tempo.

Ultima revisione 27/8/2021

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