Ieri sera ancora una volta la suggestiva fiaccolata dell'Assunta si è snodata in pieno centro storico. Per la gioia degli occhi e dello spirito, sia dei turisti sia dei tanti concittadini rimasti a casa a Ferragosto.
Ripristinata per iniziativa di Don Alvaro Bardelli già nel 2014, la tradizionale festa dell’Assunta tanto cara agli aretini non ha perso da allora un’edizione.
E anche questa, ieri sera, ha visto la partecipazione di un’incredibile quantità di gente, tra la quale spiccavano moltissimi concittadini comuni che si sono aggiunti ai tanti componenti delle varie associazioni del sociale e del volontariato come sempre presenti.
Tanto che le esigenze di protezione e cautela ancora vigenti in fatto di pandemia e le connesse necessità organizzative e logistiche – tra cui gli accessi contingentati alla Pieve, i percorsi obbligati ingresso-uscita e la disposizione in file distanziate durante la processione – hanno messo a dura prova il personale preposto a dare indicazioni alla gente.
Il percorso prevedeva l’uscita dalla Pieve, il giro in salita, l’accesso il Piazza Grande costeggiando il porticato del Vasari, una sosta in Piazza – dove lo scenario, già arricchito dall’apparecchiatura in esterni dei ristoratori della zona, è diventato addirittura spettacolare con la disposizione dei partecipanti lungo il perimetro – la discesa in uscita dalla Piazza (impossibile non incantarsi passando a fianco della fontana in angolo inferiore della Piazza, restaurata a nuovo e zampillante d’acqua…) lungo via di Seteria, per poi rientrare in Pieve.
Naturalmente presente una rappresentanza della nostra Misericordia, insieme al gruppo donatori sangue di Fratres.
Ci sono stati, tra gli altri, anche i gruppi rappresentanti comunali di Signa Arretii, la Filarmonica Guido D’Arezzo, le altre Confraternite e Congregazioni varie.
Particolarmente degna di nota per l’occasione anche la partecipazione di esponenti di professioni religiose diverse dalla cristiana cattolica.
Una vera riproduzione fedele di come a suo tempo doveva apparire l’andatura lenta, cadenzata e illuminata da torce - nel nostro caso, i "flambeaux" di cui ogni sfilante s'è dotato - d’una tale massa di devoti, al seguito della statua lignea illuminata della Madonna, normalmente custodita in Pieve, per l’occasione portata a spalla dalla rinata Compagnia di San Donato, ricostituitasi di recente sempre per iniziativa del suddetto Don Alvaro quale parroco della Pieve, con l’originario compito di divulgare il culto del Santo e della stessa chiesa.
Ultima revisione 16/8/2020
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)