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Spesa sospesa

Nata dalla collaborazione virtuosa tra Fondazione 'Il cuore si scioglie' onlus, Federazione regionale delle Misericordie della Toscana e UniCoop Firenze, questa iniziativa di pura solidarietà ci vede tra i protagonisti nella fornitura di beni alimentari e di prima necessità a famiglie bisognose dell'aretino.

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Uno degli effetti dell’epidemia da COVID-19 ancora poco eclatanti, quasi striscianti sottotraccia, di cui non si riesce a stimare con precisione la portata – pur sospettando che sarà comunque ingentissima – è l’emergere di nuovi bisogni, nuove forme di disagio sociale, in primis di povertà.

Qualcosa che mette inquietudine dal profondo già al solo parlarne. Eppure qualcosa di estremamente concreto e tangibile, perfino previsto da uno studio sociologico della Caritas che lo analizza e ne delinea i connotati senza mezzi termini.

Se già prima della pandemia la situazione del nostro Paese da questo punto di vista non era rosea, il lunghissimo lock-down resosi necessario, il blocco totale di (quasi) tutte le attività produttive, la sospensione di intere filiere di servizi, fanno pesare i loro effetti quasi più adesso – in piena fase di riapertura e riavvio – che durante il periodo acuto di COVID19.

Di certo non ci farà piacere doverlo ammettere, ma non occorre un grande sforzo d’immaginazione per intravedere un futuro a breve e medio termine fatto di lavori che scompariranno, esercizi che non riapriranno mai più o richiuderanno presto, attività che avranno dovuto modificarsi a tal punto da neanche più assomigliare a quelle che erano prima, mansioni completamente sovvertite, ruoli diventati improvvisamente inutili, scambi commerciali azzerati. In una parola, “lavoro” che non ci sarà più – e quasi di punto in bianco – per tanta, troppa gente.

Dunque non è certo un caso l’affermarsi della necessità di mitigare le conseguenze più dirette di questo dissesto socio-economico con servizi del tutto nuovi nel Sociale, come questa progettualità messa in campo da pochissimo, dal significativo nome di “Spesa sospesa”.

Come funziona? È presto detto: la Fondazione Il Cuore si scioglie – onlus, in continuità con il proprio impegno tradizionalmente profuso nella raccolta alimentare per bisognosi, promuove la collaborazione con UniCoop Firenze per finanziare l’acquisto nei punti vendita Coop della nostra regione di generi alimentari da donare a chi in Toscana vive in condizioni di difficoltà.

In pratica, la Fondazione autorizza l’Associazione (la Misericordia del luogo) ad acquistare in unica soluzione, all’interno di una finestra temporale predefinita, prodotti alimentari di prima necessità per un importo assegnato, presso il punto vendita Coop.fi (quello di nostra pertinenza, la Coop di viale Amendola, è il n.° 073), che saranno distribuiti dall’Associazione stessa a coloro che, tra i propri assistiti, versano in particolare stato di bisogno.

Il nostro ruolo in questa prima operazione di così ampio respiro ha previsto l’impegno aggiuntivo di ingenti risorse umane e tecniche, in puro stile di “volontariato misericordioso”.

Infatti, realizzato l’acquisto, abbiamo provveduto a caricarlo in via Amendola su tre dei nostri mezzi; lo abbiamo portato nel retro chiesa della Basilica di San Francesco, grazie alla disponibilità del nostro correttore spirituale Padre Francesco Bartolucci; qui lo abbiamo stoccato in zona protetta, suddividendolo per generi; quindi vi abbiamo composto i singoli pacchi già pronti, ciascuno destinato a uno dei nuclei familiari dell’elenco che individuava i più bisognosi; e infine, proprio in questi giorni, stiamo portando a termine una ad una le consegne ai rispettivi domicili.

I componenti degli equipaggi di volontari che vanno a fare queste consegne si esprimono praticamente all’unisono riguardo a questa esperienza:

«Ci ha colpito l’estrema e diffusa gentilezza con cui si viene accolti, naturalmente espressa ancor meglio dalle donne…

La gente comunque ti accoglie con grande soddisfazione e contemporaneamente anche tanta dignità.

Da questo punto di vista abbiamo notato quanto serva andare a portarli noi questi pacchi ai destinatari: mette la gente a proprio agio, piuttosto che costringerla a recarsi qua e là…assicura alle persone di mantenere meglio proprio il loro senso di dignità. Ti viene spesso da pensare che molte di queste persone, altrimenti, non ce la farebbero ad andare a chiedere, né a ritirare, questi generi…pur trattandosi di prodotti di primaria necessità.

Un aneddoto ci è parso la dicesse lunga: “in un caso una signora per venirci ad aprire s’era messa il vestito nuovo, evidentemente non di gran qualità ma... per la fretta non s’è accorta del cartellino ancora attaccato in vista! Ne siamo rimasti commossi…”

In questi servizi si avverte anche quanto contino a livello d’immagine sociale. L’appartenenza a un’organizzazione comporta molto in questo senso nei confronti degli assistiti che fanno caso alla divisa, ai mezzi, s’interessano del nostro ruolo, del nome-emblema “Misericordia”, lo riconoscono nei nostri colori… E automaticamente tra noi operatori ci si sente ancor più centrati come associazione in questo genere di aiuto agli altri!»

Ultima revisione 26/6/2020

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