Diventano fattibili alcune considerazioni da parte del servizio di consulenza psicologica telefonica gratuita istituito in periodo COVID. Com'è andata finora, nel complesso? Vediamolo insieme.
In questi giorni siamo giunti al periodo in cui sarebbe diventato possibile e opportuno un certo “bilancio” sull’andamento del servizio telefonico di supporto psicologico attivato il 30 marzo scorso grazie alla collaborazione tra Misericordia di Arezzo e FIDAPA sezione di Arezzo, in accordo con l’Assessore delle Politiche Sociali del Comune.
Il servizio, qualificato e gratuito, giova ricordarlo, fu attivato in pieno periodo di picco epidemico, prevedendo l’insorgenza di lì a breve di necessità particolari e inedite; è stato dunque offerto per far fronte a un periodo delicato di emergenza sanitaria e, riconosciuta l’utilità per la cittadinanza, è stato prorogato anche per tutta la Fase 2 della pandemia fino a oggi.
«Il valore di un ascolto qualificato può far la differenza nel sollevare le persone dalle loro preoccupazioni, il dar voce ai problemi diventa opportunità di osservarli da lontano e tutto ciò permette di far emergere le proprie risorse – sostengono le protagoniste, per poi così proseguire: -
…noi Psicologhe che abbiamo curato il servizio abbiamo potuto constatare dalle chiamate ricevute che chi si è rivolto al servizio aveva già confidenza e capacità nel chiedere aiuto. Tanto ancora c’è da fare per sensibilizzare le persone che, invece, tutt’ora temono di farlo o comunque si sentono frenate da ritrosie di tipo culturale.
Le valutazioni che emergono dal periodo di servizio pertanto sono più di genere qualitativo che quantitativo: le modalità e le motivazioni manifestate in chi ci si è rivolto depongono cioè, più che per un’ampia diffusione numerica dei casi, per le notevoli specificità di ciascuno di essi.
Siamo certe che insieme alla Misericordia di Arezzo potremo, con ulteriori iniziative, continuare a promuovere il benessere psicologico nella città di Arezzo quale orientata modalità di contribuire a risolvere anche nuove esigenze e bisogni emergenti.»
Come si usa dire in questi casi: “…restate connessi!”
Ultima revisione 16/6/2020
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)