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Campionati di retraining

C'è pure il retraining tra le molte attività didattiche per il soccorso gestite dai nostri formatori. Che mettono a punto anche giochi in forma di gare. Finalizzandoli a scopo educativo. Ecco come.

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Ebbene si: ci sono anche i “campionati del retraining” per il soccorso, cioè di quei corsi periodici per il mantenimento obbligatorio della qualifica di soccorritore, particolarmente per l’operatività con il livello avanzato (o secondo livello).

Questa attività didattica particolare, inserita nel contesto più generale delle attività formative che il nostro apposito gruppo interno di operatori specializzati gestisce abitualmente, è continua e soprattutto in questo periodo si fa quanto mai intensa e variegata.

Consiste nel fornire a tutti i partecipanti – che sono obbligati da normativa vigente a frequentare almeno ogni due anni l’apposito corso-esame per confermare l’operatività in ambulanza – validi strumenti di aggiornamento e addestramento continui al soccorso.

Così, oltre alle tante informazioni teoriche che è sempre bene ripassare anche per venire a conoscenza di eventuali modifiche e aggiornamenti vari, diventa rilevante la parte pratica attiva.

Per renderla più attraente e interessante, acquistando così anche in valore formativo, si è pensato di renderla più ludica: in fondo è un’applicazione di uno dei criteri più in voga nella moderna comunicazione e divulgazione, che risponde al termine di “edutainment”, a sua volta composto dalla fusione di “educational entertainment”, ossia “istruzione mediante l’intrattenimento”, o se preferite “intrattenimento/divertimento educativo”.

Il fatto è che, anche se adulte, le persone acquistano e trattengono meglio tramite il gioco a premi – come succedeva da bambini! – apprendimenti anche complessi. E lo fanno divertendosi, cioè piacevolmente. Anzi, di più: si può dire che senza appassionarsi, senza divertirsi nel senso di provare appagamento, non si può proprio imparare bene. È dunque – se vogliamo – una strategia per guidare meglio il processo di apprendimento.

I giochi, in cui ci si cimenta a squadre, sono infatti finalizzati, tramite una sportiva e mai estrema competitività, proprio per meglio immagazzinare informazioni sugli oggetti e gli strumenti del soccorso, su dove vengono posizionati dentro l’ambulanza e negli appositi contenitori, sul loro impiego, su come trovarli, riconoscerli e manipolarli al volo, il tutto secondo i dettami del lavoro in team e con disponibilità di tempo limitata. Insomma un insieme di condizioni certo simulate ma al contempo in grado di riprodurre, sebbene per motivi diversi, una condizione interiore emotivamente molto prossima a quando occorre “fare presto e bene”, come nel soccorso reale!

Con squadre di colori identificativi diversi e di composizione adeguatamente assortita nonché del giusto numero di componenti (le assenze sono implicitamente disincentivate, per evitare di lasciare in inferiorità il proprio gruppo!) si possono mettere in campo veri e propri “Campionati” durevoli, in cui tra l’altro possono essere riallenate – o retraininate, come si comincia (ahimé) a sentir dire! – anche molte persone alla volta e per periodi di tempo più lunghi.

Come si diceva una volta… “giocando – e sbagliando – s’impara!” O, alla maniera degli antichi romani, ossia in latino: “ludendo docere”… insegnare divertendo.

Per il resto … le immagini (scattate da Evelin Rossi, che ringraziamo) parlano da sole!     

Ultima revisione 23/1/2020

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