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Dai presepi agli alberi, dagli addobbi interni alle luminarie esterne, una galleria d'immagini sulla preparazione di ciò che più simboleggia il Natale all'interno della Misericordia di Arezzo. Come in ogni casa e in ciascuna famiglia.
Ne parliamo al plurale perché quest’anno sono ben due i presepi principali e due anche i maggiori alberi di Natale allestiti in questi giorni all’interno dei nostri locali.
Il presepe principale merita un autentico mini-pellegrinaggio, cioè una visita di preghiera alla chiesa della SS. Trinità, attigua alla nostra sede, presso la quale si trova.
L’altro presepe è quello che fa bella mostra di sé proprio alla base dell’albero natalizio che è stato sistemato appena varcato il nostro ingresso, sulla destra entrando.
Il secondo albero è stato invece montato al piano di sopra, nell’ampia area di sosta dei volontari, dove c’è anche la televisione.
Poi ci sono gli addobbi affacciati verso l’esterno che stavolta, data la scarsa illuminazione natalizia propria della strada nel tratto di via Garibaldi che ci riguarda, ci ha indotto a “fare da noi”: così, alcune luminarie auto-installate – debitamente autorizzate, s’intende – ora risplendono, tra cui una stella sopra ciascun nostro ingresso (sede e garage automezzi) e una cometa proprio sopra l’ingresso della Chiesa.
Infine ci sono gli addobbi interni, praticamente ovunque.
Tutto ciò si deve naturalmente alla buona volontà, all’inventiva e alla dedizione di molti nostri volontari – li ringraziamo tutti vivamente – che si sono avvicendati per più giorni nei momenti liberi alla composizione di queste piccole opere d’arte.
Piccole e anche prive di pretese, se vogliamo; e senza dimenticare che il loro compito è limitato a un effetto solo estetico, nulla togliendo a consapevolezze interiori d’altro livello; ma che, pur umilmente, contribuiscono a mantenere acceso quel clima natalizio in grado già da solo di restituire un senso di comunità molto atteso.
Il senso di quel che noi siamo.
Ultima revisione 11/12/2019
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)
