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Hanno appena fatto ritorno nel loro Paese, i nuovi cinque amici spagnoli del progetto Erasmus . Li ringraziamo per il gran valore che ci siamo trasmessi del tratto di vita professionale e umana percorso insieme.

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Come di consueto, altri cinque amici e colleghi spagnoli hanno vissuto quest’ultimo mese in mezzo a noi le loro giornate – e nottate – di formazione e tirocinio al soccorso, nell’ambito com’è noto del progetto Erasmus+.

Il loro bilancio di questa esperienza, malgrado la brevità di un solo mese o poco più, è molto positivo e sostanzialmente ricalca quel che ci dissero i docenti del loro istituto scolastico venuti in precedenza in visita da noi.

Se chiediamo loro cosa gli sia rimasto più in mente di questo periodo, le risposte più frequenti di Carmen Raya, Mar Tireno, Daniel Fernandez, Juan Jesus Marquez e Basilio Ponce, riferiscono soprattutto del clima spontaneo di professionalità che è possibile stabilire qui da noi tra tutti i ruoli protagonisti del sistema dei soccorsi.

E quando gli abbiamo domandato di dare un punteggio di valore crescente all’esperienza svolta, così, giusto per quantificare a spanne, insomma il classico voto “da 1 a 10”, quasi all’unisono hanno esclamato entusiasticamente “12”!

Dopotutto non sarà stato un caso che, mentre il momento dei saluti di commiato come ogni volta si avvicinava, riuscivamo a pensare soltanto che in realtà nessuna volta è uguale alle altre.

Forse per il fatto di condividere gomito a gomito esperienze tanto coinvolgenti, in situazioni ad alto contenuto emozionale, nell’ambito di una formazione e una professionalità sempre più sofisticate e votate al raggiungimento e al mantenimento dell’eccellenza.

O forse perché ci sono differenze di lingua e di costumi a dividerci, così come profonde affinità mediterranee a unirci.

Fatto sta che, quando ci si ritrova a doversi salutare, dirsi un arrivederci somigliante (forse) a un addio non è mai facile. E talvolta lo è ancora di meno.

Magari solo allora si scopre che per nessuno dei due gruppi – né il loro né il nostro – sarà più la stessa cosa di prima.

Qualcosa rimane, di al momento impercettibile, in ciascuno. Qualcosa di ciò che siamo stati capaci di scambiarci.

Sono quegli elementi di empatia che permettono alle condivisioni di lasciare tracce negli animi dei protagonisti, di non passare invano, di diventare altrettanti oggetti d’un ricordo positivo.

Sono le tecniche apprese ma, attraverso di esse, anche le emozioni provate.

Sono sorrisi e sguardi e ascolti, forse più delle parole.

E sono conferme di promesse in ciascun abbraccio.

Ultima revisione 6/6/2019

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