Nostri volontari in divisa e mezzi, insieme agli equipaggi già previsti per l'assistenza alla partita, hanno potuto far sentire la propria vicinanza alla squadra di casa. Grazie Amaranto!
Nel contesto dei primissimi passi della collaborazione d’immagine condivisa intorno ai valori universali della solidarietà e dello sport, ieri – sabato 27 aprile – abbiamo ricevuto gradita autorizzazione dall’S. S. Arezzo e dall’Orgoglio Amaranto di recarci in forze aggiuntive di nostri operatori e mezzi allo stadio di Arezzo, in occasione dell’ultima partita di campionato giocata in casa.
Così, insieme ai tre equipaggi già previsti nella pianificazione dell’assistenza sanitaria all’evento agonistico, abbiamo potuto far sentire la vicinanza del nostro tifo per la squadra di casa con un certo numero di volontari in più che poi – secondo i patti – a inizio partita si sono diligentemente ritirati dal bordo campo per rimanere tra il pubblico, lasciando gli equipaggi in turno alle rispettive postazioni di assistenza.
Della nostra compagine hanno fatto parte anche i due migliori mezzi speciali fuoristrada in organico al nostro nucleo di Protezione Civile.
La meritata e piena vittoria degli Amaranto, con ben due reti tra l’altro splendidamente realizzate, ha costituito il miglior sfondo e il più felice esito per tutti.
In foto d’apertura l’intera nostra rappresentanza di equipaggi e operatori aggiunti con al centro il Mister amaranto Del Canto.
L’organizzazione della squadra di calcio non ha mancato di sottolineare pubblicamente la nostra partecipazione, indicandoci ai presenti e perfino chiamando in nostro omaggio un applauso che ci ha veramente toccato: a loro va perciò il nostro “grazie Amaranto!”.
Quanto prima attueremo anche svariate altre iniziative congiunte di particolare contenuto valoriale, mai praticate prima e, naturalmente, ve ne terremo debitamente aggiornati: restate connessi!
(Foto di Francesco Cianchi)
Ultima revisione 29/4/2019
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)