Forse non tutti ci hanno fatto caso ma proprio all'ingresso della nostra sede c'è un simbolo scolpito nella pietra che cela un mistero. Un messaggio. Una prova, forse. Alzi la mano chi ne è a conoscenza!
Quando si attraversa la soglia dell’ingresso alla sede della nostra Misericordia di Arezzo una delle prime immagini con cui si può entrare immediatamente in contatto visivo è la grossa conchiglia a bassorilievo in pietra scolpita che vedete in foto d’apertura nel frontespizio del centralino-accoglienza. Diciamo pure che si rischia di sbatterci il naso. Impossibile non vederla.
Tuttavia – forse anzi proprio per questo motivo – si tende a non farci mai caso più di tanto. Oppure si pensa trattarsi di una decorazione come un’altra. Ma chissà se davvero è così?
Esiste anche un’altra possibilità e per spiegarla bisogna rifarsi al famoso “cammino di Santiago”. Già, proprio quel Santiago di Compostela che costituisce l’antico – e moderno – pellegrinaggio a piedi, per buona parte lungo le coste settentrionali di Francia e Spagna.
Termina a Finisterre, alias Finis Terrae, oltre Santiago di Compostela, in riva all’Oceano Atlantico, letteralmente ‘fine della Terra’, località oltre la quale prima della scoperta delle Americhe si pensava finisse il mondo per come gli uomini di allora lo conoscevano.
Il cammino conta circa 900 chilometri nella sua versione più estesa – ne esistono alcune varianti, da punti di partenza differenti, con chilometraggi di conseguenza diversi – e rievoca il percorso fatto da uno degli Apostoli di Cristo (Giacomo il Maggiore), evangelizzatore di quelle zone, che in osservanza del disposto ricevuto da Gesù di portare il verbo in giro per il mondo compì proprio questo percorso...
La tradizione vuole che la sua salma sia stata riportata in sepoltura proprio a Santiago di Compostela, che perciò sarebbe oggi la località della sua tomba.
Lo stesso nome di “Compostela” deriverebbe da “campo estrella”, campo della stella, in quanto pare segnalasse il luogo dove si trovava il corpo di Giacomo.
Ebbene, la simbologia della conchiglia ricorre in tutto il pellegrinaggio, tanto da essere ridefinita “conchiglia del pellegrino” anche quella sorta di “testimone” – la più concava delle due valve – che viene consegnato al pellegrino alla fine del percorso, quasi fosse una coppa.
Inoltre l’effige della conchiglia si trova anche nei documenti di viaggio, precisamente nel libretto del pellegrino e nelle timbrature che i diversi paesi di sosta vi appongono ad ogni passaggio (talvolta con l’immagine della conchiglia racchiudente anche quelle di una croce e di una spada - ndr).
Ma perché questa continua traccia simbolica di un rapporto con il mare evidentemente così particolare?
Perché veniva raccolta in riva all’oceano dove si trovava diffusamente (certo all’epoca assai più di oggi), assumendo significato di “prova provata” del cammino compiuto, della destinazione raggiunta.
Ed è assai probabile che inizialmente costituisse anche la miglior fonte di cibo naturale e gratuito per chi percorreva la Galizia, data l’abbondanza del mollusco bivalve sulle coste sabbiose dell’Oceano.
Il nome stesso di questo organismo marino la diceva lunga ed è rimasto ancor oggi come sua denominazione scientifica internazionale: Pecten jacobeus, in Italia chiamato ‘cappa santa’, in Francia ‘coquille de S. Jacques’… ossia di San Giacomo, appunto.
Ebbene, tornando a noi – nella speranza di avervi fatto sognare un po’ – diciamo che, allo stesso modo in cui le soste del pellegrinaggio erano previste nei cosiddetti ‘Spedali’, oggi ostelli gestiti dalle municipalità o dalle parrocchie, a volte vere e proprie Chiese, segnalati in apposite guide, la presenza della conchiglia nei locali della nostra sede potrebbe richiamare le sue ancestrali radici di ‘convento’, magari con funzioni anche di ‘Ospitale’, cioè per l’accoglienza, il ristoro e la cura del pellegrino.
Sapevate tutto ciò? O non l’avreste mai detto?
In ogni caso lasciamo volentieri alla curiosità di chi tra voi desiderasse interessarsene il compito di scoprire se la nostra città – e in particolare la nostra sede quale antico luogo di ricovero del viandante nel suo pellegrinare – si trovassero nei percorsi della celeberrima Via Francigena o di altre consimili rotte del cammino.
(In foto, il nostro Sorin Valentin Stanica – veterano del cammino di Santiago e di molti altri percorsi di pellegrinaggio – indica la conchiglia in pietra far bella mostra di sé nella sede della Misericordia di Arezzo).
Ultima revisione 16/3/2019
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)