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Gilet gialli

Ma i nostri sono quelli degli operatori per i 'servizi alla persona', ossia occupati nei Lavori Socialmente Utili. Sentiamo di che si tratta dalla viva voce di chi ha finito da poco e di chi ha appena cominciato.

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Quello degli LSU – Lavori Socialmente Utili e delle persone che vi prestano servizio presso la nostra Misericordia è un capitolo ancora mai scritto sulle pagine di questo sito. Eppure è un capitolo molto importante e di grande valore sociale per tutti. In che consiste? È presto detto: in virtù degli accordi in essere con il Tribunale è possibile l’accoglienza di cittadini che entrano in contatto con la Misericordia di Arezzo in ragione delle loro responsabilità penali.

Nell’ultimo periodo annuale di riferimento le richieste si sono dimostrate in forte aumento, arrivando a un numero complessivo assai considerevole. Parallelamente, s’è fatto ancor più significativo l’apprezzamento per l’attività svolta dai richiedenti stessi, nonostante l’adozione di regole comportamentali a cui deve attenersi chi intende essere accolto per l’espletamento del proprio periodo di LSU.

Elemento oggettivo di questo percorso da ritenersi positivo anche rispetto ai Valori della Misericordia richiamati all’opera “visitare i carcerati”, si individua nel fatto che molti al termine del loro percorso esprimono un sincero ringraziamento per l’esperienza fatta, manifestando anche l’intenzione di proseguire nel volontariato.

A questo proposito abbiamo raccolto due testimonianze molto attuali, di due persone che hanno vissuto o stanno vivendo tale esperienza: Francesca P., che ha da poco ultimato il proprio periodo di LSU; e Anisia T., che invece l’ha appena iniziato.

 

Francesca P.

Cosa t'è capitato per dover svolgere il periodo LSU in Misericordia?

«La classica cena durante il weekend, con un bicchiere di troppo, la paletta della stradale e addio patente. Pensavo di essere cresciuta abbastanza per non fare ancora queste “cavolate”, invece non si smette mai di imparare. Comunque me la sono cavata con poco ed è servito sicuramente da lezione, ben mi sta!»

Che orario hai dovuto svolgere, con quali adempimenti e per quanto tempo?

«Per quanto riguarda l’orario ho fatto una precisa richiesta al giudice essendo titolare di un’attività con degli orari ben precisi di apertura al pubblico. Mi è stato accordato sia periodo di svolgimento che orario. Il tutto è durato poco più di 2 mesi, nel mio caso. Ho terminato alla fine del 2018.»

Svolgere LSU in Misericordia è casuale, scelto da te o imposto dal Tribunale?

«È la prassi quella di svolgere delle ore socialmente utili in Misericordia per i casi come il mio, inizialmente avevo chiesto di poter andare al canile (amo gli animali in modo smisurato) ma sarebbe stato molto problematico…»

Il tuo primo giorno di servizio … com’è stato?

«Non avevo la più pallida idea di cosa dovessi fare. Mi avevano dato il gilet e detto che dovevo aiutare chi aveva bisogno. Quindi mi sono presentata alla mia ora, ho messo il gilet giallo e ho aspettato che qualcuno mi dicesse cosa fare. Ma poi tutto è andato bene, ho capito il mio ruolo e cosa facessero tutte quelle persone lì. In Misericordia ci si da tutti del “tu”, nessuno ti guarda in modo strano, anzi trovi sempre un sorriso. Questo aiuta molto l’inserimento.»

Il tuo ultimo giorno di servizio?

«Ero un po’ dispiaciuta che finisse, mi sentivo ormai come a casa. Ho cercato di salutare tutti e ho portato una scatola di cioccolatini ai presenti.»

Com'è stata nel suo complesso l'intera esperienza? Cosa ti ha lasciato?

«Come a tutti, prima mi era capitato tante volte di passare davanti alla Misericordia e l’idea che avevo era quella dei funerali e tutto ciò che ne consegue. I funerali ci sono, si, ma quando passi del tempo dentro l’Associazione ti rendi conto di quanto quest’istituzione sia importante per tante persone. Per molti la vita non è facilissima, ci sono tante persone che hanno bisogno di un aiuto e non sanno a chi chiederlo. In Misericordia ci sono persone che aiutano e rendono la vita più facile agli altri. Questo è quello che mi ha lasciato quest’esperienza: e puoi essere appagata senza guadagnare soldi o comprare qualcosa, magari solo dedicando qualche ora a qualcuno meno fortunato di te.»

L'episodio e/o la sensazione che più ti son rimasti dentro?

«Un giorno una signora che dalla Casa Pia andava in Ospedale per una visita mi ha detto: “Per fortuna ci siete voi che fate questo, siete bravi!”. Ecco, io lì mi sono sentita in colpa perché c’ero per soddisfare un “obbligo” e non puramente per mia scelta. È allora che ho capito quanto dev’essere più appagante farlo come volontario!»

 

Anisia T.

Da quando sei in servizio LSU in Misericordia?

«Più o meno dagli ultimi giorni del dicembre scorso…»

Per quanto dovrai svolgerlo?

«Sette mesi, una volta a settimana, sempre di lunedì mattina, per l’intera mattinata.»

Perché ti è stato assegnato questo periodo di LSU?

«Ritiro patente per via del tasso alcolemico elevato… episodio del giugno scorso, ahimé. Ma è giusto così.»

Com’è avvenuta la scelta della Misericordia?

«Per gli orari piuttosto malleabili, nel senso che ti vengono incontro alle esigenze lavorative, per cercare di mantenere anche l’occupazione … Nel mio caso si tratta di un’attività di famiglia al pubblico e così posso rispettarne gli orari quasi al completo. Inoltre avevo già esperienza di volontariato nei servizi sociali in altra associazione cittadina… e quindi l’ambito dell’operato in cui mi son trovata a cimentarmi era per me già familiare…almeno un po’.»

Come ti stai trovando? O meglio, dato che sei praticamente all’inizio … com’è l’impressione sull’accoglienza?

«Mi son trovata bene, da subito… Piano piano conosco gente. Si percepisce un senso di accoglienza diffuso e spontaneo, ti mettono a tuo agio, nessuno giudica nulla… Forse anche perché tutti qui si occupano di aiuto agli altri e ciò accomuna secondo criteri diversi dal solito (comunque meglio che in altri posti lavorativi). E poi hai subito qualcosa di cui parlare, da condividere…»

Che aspettative hai da questa esperienza?

«Di crescere a livello umano. Per esempio, qui ti rendi conto che a volte te la prendi per cose di scarsa importanza o futili se confrontate col dolore, la sofferenza, i bisogni primari… Ecco, questo è un ambiente che ti resetta l’animo. Per questa stessa ragione, che in ambito giovanile credo sia molto incisiva, penso sarebbe bene fare più presenza nelle scuole medie e superiori, cioè informare di più e meglio proprio i giovani…»

Cos’è che per il momento ha segnato di più te?

«Quando entri in servizio tutto ciò che ti rapporta alla persona che hai di fronte impone di lasciar fuori tutto quello che hai tu e di pensare solo a lei! Questa è stata la cosa più coinvolgente che ho provato, l’avverto positiva anche per me personalmente...e sta continuando a succedere, ogni volta.

Mi fa anche pensare che, per quanto sia prematuro dirlo adesso, ho l’impressione che non smetterò più di fare volontariato, continuerò anche dopo finito il periodo in LSU.»

 

Ultima revisione 25/2/2019

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