Ecco la cronaca di un recente caso davvero accaduto. Il salvataggio di una persona grazie alla lungimiranza di una scuola, ai volontari, a un defibrillatore DAE e all'autocontrollo di un soccorritore, occasionale ma addestrato a sufficienza. Qualcosa che può capitare a chiunque.
Talvolta è proprio vero che la realtà supera la fantasia. Sentite questa storia vera, successa pochissimi giorni fa nei pressi di una scuola alla periferia della città (località Staggiano), e la concatenazione di eventi che la riconduce in vario modo fino a noi. Tanto per sottolineare ancora una volta l’importanza dei DAE per tutta la cittadinanza.
Un nonno settantaduenne va a prendere la propria nipotina a scuola, una scuola di Staggiano. All’improvviso si sente male nella sua auto. Si tratta di un malore grave: non si riprende e resta accasciato privo di sensi. In mezzo alle richieste di aiuto istintive dei presenti, e alla comprensibile agitazione che si crea in attimi del genere, si fa largo l’autista di un autobus Tiemme che era sopraggiunto nel frattempo. Scende dal mezzo dopo aver tranquillizzato i passeggeri a bordo, comincia a praticare il primo soccorso sul signore inanimato secondo le tecniche del BLSD, e riesce a farlo utilizzando anche il defibrillatore cardiaco che è nel punto DAE presso la scuola stessa e che alcuni sul posto prontamente gli portano.
Si vengono poi a sapere una serie di particolari davvero singolari, che tra l’altro l’informazione dei media locali ha mancato di riportare con la doverosa esattezza, così cogliamo l’occasione per farlo noi: l’autista soccorritore occasionale, autentico eroe per caso, si è formato all’impiego del DAE con nostro personale allorché frequentò il corso messo in atto per addestrare all’uso di un DAE regalato da un nostro volontario al Cenacolo Francescano di Arezzo.
Ricapitolando a ritroso: qualche tempo fa, grazie all’iniziativa della nostra volontaria Lucia Graziotti, che mise a disposizione le risorse economiche ricavate dalla vendita di oggetti artigianali di sua produzione, fu acquistato un DAE e fu da lei donato all’istituto del Cenacolo Francescano. Ciò dette luogo alla procedura prevista per istruire all’impiego del DAE un certo numero di volontari, cosa che fu fatta dalla nostra Misericordia, con i propri formatori. Tra coloro che appresero in questo modo a usare il DAE – oltre che in un primo corso poi anche nel prescritto retraining – ci fu pure il coraggioso autista del bus dell’episodio di questi giorni, il sig. Sauro Fiori.
Prima che il 118 arrivasse sul posto con le ambulanze (delle quali pure una della nostra Misericordia) e l’automedica è stato quindi il provvidenziale intervento dell’autista del bus – che ha praticato massaggio cardiaco esterno a lungo oltre poi alla defibrillazione con il DAE – ad aver assicurato quel sostegno alle funzioni vitali di base di quel nonno sufficiente per consegnarlo ancora rianimabile nelle mani dei sanitari sopraggiunti.
In un primo tempo, data la gravità della situazione per come s’era presentata, s’è perfino sparsa la voce sui soliti social che il signore del malore non ce l’avesse comunque fatta e fosse poi deceduto. Il che non avrebbe comunque tolto nulla al valore del gesto compiuto dall’autista dell’autobus, né all’efficacia del suo operato, perché in un caso del genere queste azioni rappresentano la sola vera possibilità di sopravvivenza per la vittima. Ma poi s’è saputo anche che, grazie a Dio, il signore è rimasto in vita, per quanto in condizioni di gravità e ricoverato in rianimazione.
Come più volte abbiamo sottolineato nei nostri articoli, l’informazione e la divulgazione sull’uso di queste apparecchiature non è mai abbastanza e siamo lieti di contribuirvi una volta di più.
C’è un grande valore sociale nell’adoperarsi ad ogni livello perché i punti DAE siano sempre di più e più capillarmente diffusi: le cifre riguardo ai casi di persone salvate sono impressionanti e direttamente proporzionali al livello di diffusione e di conoscenza intorno a queste macchine prodigiose. Che sono oggi facili da usare, sicure, affidabili, poco costose e – non a caso – salvavita. Al punto che davvero nulla giustifica di essere contrari o anche solo perplessi sul loro impiego, tranne l’ignoranza o la disinformazione in materia, e ognuno di noi dovrebbe farsi in quattro perché ne fossero installati ancora di più.
Come dimostra l’episodio descritto qui, è la più assoluta casualità il tratto distintivo di certi accaduti, cui tutti noi, in qualsiasi momento e in ogni luogo, potremmo trovarci esposti: contribuire ad ampliare la consapevolezza e la diffusione intorno a questi presidi salvavita DAE bisognerebbe che fosse ritenuto un vero e proprio dovere civico.
Ultima revisione 29/1/2019
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)