Organizzata 'per trascorrere una giornata insieme' la camminata sull'Alpe di Catenaia di domenica 15 aprile scorso dei volontari delle Misericordie di Arezzo e Subbiano è stata questo ma anche molto di più.
Infatti non solo ha coinvolto due misericordie, cioè oltre alla nostra quella di Subbiano, con la messa a disposizione di due mezzi d’appoggio, tra cui un fuoristrada della Protezione Civile... ma vi hanno partecipato 15 confratelli e già questo potrebbe essere considerato un risultato più che positivo, visto che simili partecipazioni non sono comuni a tutte le iniziative. In questo caso s’è trattato di percorrere a piedi 17 km, altro risultato che già di per sé fa gruppo, crea squadra. L’iniziativa inoltre ha rappresentato, con l’itinerario percorso e le tappe d’interesse incontrate nel cammino, qualcosa di ben più ricco anche sotto molti altri profili oltre a quello della salubrità fisica e mentale di un’attività all’aria aperta e in un contesto naturale mozzafiato.
L’itinerario si dipana dalle fonti del Baregno e permette di vedere il sasso della Regina, dove sorgeva un monastero Mariano; di ripercorrere i sentieri di San Francesco; di visitare la chiesa delle Fonti della Galletta; di trovare il laghetto adiacente; di osservare il lago di Montauto e i monti Rognosi dove gli Etruschi scavarono il Rame per Arezzo; di passare inoltre dal laghetto delle Strosce, dove risiedono tritoni e salamandre uniche nella zona; di pranzare presso il rifugio della Casa del Vaccaio (e ripulirlo): qui dal Medioevo si fermavano i pastori della transumanza provenienti dalla Maremma... Nonostante il meteo incerto il gruppo ha poi deciso di proseguire, non senza fatica, attraverso il sentiero del Nonno nelle cui vicinanze si trovano ancora iscrizioni medioevali: un punto che fino al 1700 era detto “i sassi scritti” (“vedi Prof. Fatucchi”). Poi la squadra ha optato per visitare le cime di Catenaia dove si trovano i primordiali vecchi ripetitori da cui trasmettevano le prime TV e radio libere di Arezzo nel 1974; e lì s’è riparlato dei primi diodi che davano le frequenze. In cima al monte Castello – un “traguardo” significativamente simbolico – si è scelto di rendere onore (anche dicendo per loro una preghiera) ai Partigiani morti per la nostra libertà.
In cammino si comunica. E qui, stando insieme, si è potuto parlare di storia della 2^ Guerra Mondiale, di natura, di antincendio boschivo, di cultura, delle nostre radici, di conoscenza del territorio, della sua conservazione, di valori che uniscono e cercano – e regalano – un senso nella vita.
In sintesi? “La-Mise-che-vorrei...”
Ultima revisione 19/4/2018
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)