Un servizio di cui si parla poco, eppure attivo nella nostra Misericordia fin dal 2011, è quello degli LSU, ovvero Lavori Socialmente Utili. Ed ecco la speciale testimonianza di Davide Brunacci.
Riguarda soprattutto quei casi di persone che a un controllo stradale siano risultate positive al test alcolemico e debbano pertanto scontare una "pena", con sanzione. La normativa consente loro di veder convertite condanna e sanzione in lavoro in regime di volontariato, in strutture sociosanitarie, donde il termine "socialmente utile" conferito a questo genere di occupazione. La nostra Misericordia ha finora ospitato oltre 150 di queste persone, di qualsiasi età, che – previo periodo di minima formazione ai servizi – vengono impiegate nei trasporti sociali e nei sociosanitari. Per dare un'idea dell'impegno nella struttura, diciamo che 40 ore di servizio corrispondono a 20 giorni di lavoro. Ora, accade – peraltro comprensibilmente – che, vuoi per la delicatezza della materia, vuoi per la riservatezza comunque dovuta a un ambito del genere, raramente si parli di questo servizio pur così importante. Ma poco tempo fa è accaduto che un protagonista, appena "congedatosi" dal proprio periodo di lavoro socialmente utile, abbia rilasciato su Facebook esternazioni che, per una volta, appaiono così costruttive e intense da averci spinto – con il suo consenso – a riferirle in questo articolo. E siccome lui ha infranto di fatto questa specie di tabù di silenzio che circondava i LSU, preferiamo riportare integralmente – e senza ulteriori commenti – le sue parole nella convinzione che valgano più di qualsiasi dichiarazione.
"Più di un anno fa sembrava un traguardo irraggiungibile, poi alla fine, come spesso succede, finisce e in più ti lascia un dispiacere che neanche immaginavi. Ammetto con sincerità che il lavoro sociale alla Misericordia (o Croce Bianca/Rossa che sia) era una di quelle cose che mai avrei fatto, delle quali non mi ero mai nemmeno posto il pensiero, non faceva per me e il tempo manca sempre per tutto. Poi, grazie a una ‘cazzata’ (da pagare, giustamente) mi ci sono ritrovato, e oggi che ho finito la terrò dentro come una delle esperienze più belle della mia vita. Dai volontari ai collaboratori, dagli autisti ai dipendenti e agli ‘obbligati’ come me, non ce n'è stato uno che non mi abbia lasciato qualcosa di positivo. Tutta questa massa di gente che lavora insieme per cercare di far funzionare un mondo che per me era semi-sconosciuto, quello della sanità e del sociale, dove purtroppo si vedono spesso cose pesanti e poco piacevoli, ti fa capire che ancora qualche brava persona esiste. Per quel poco o niente che conta, io nei mesi che sono stato dietro a chi aveva bisogno, mi sono immerso completamente, e se ogni tanto sono riuscito a fare sorridere qualcuno, mi basta quello. Un grazie infinito alla Misericordia di Arezzo, un'esperienza fantastica. Firmato: Davide Brunacci, ‘un uomo libero’."
Ultima revisione 23/2/2015
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)