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Le 5 regole d'oro per non avere problemi in acqua

Vediamo in 5 semplici mosse cosa fare e soprattutto cosa evitare per non avere mai problemi in mare, fiumi, laghi e piscine.

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Siamo appena entrati nel periodo più tipicamente dedicato alle vacanze estive, che nella maggior parte dei casi significano destinazioni balneari, di solito marine, ma anche lacustri. Anche per chi resta in città, poi, aumenta la frequentazione di piscine, pubbliche e private, e le scampagnate lungo i fiumi. Inoltre, ancor più in generale, non si pensi che la lontananza dal mare comporti minori rischi d'inconvenienti in acqua: le casistiche dimostrano il contrario. Dunque, è quanto mai opportuno un richiamo a poche, semplici norme di comportamento che possono davvero fare la differenza. Bisogna anche premettere che l'acqua richiede sempre un atteggiamento fatto di consapevolezza e cautela e che, per quanto elemento naturale e attraente, comporta sempre una implicita complessità di gestione delle situazioni che possono verificarsi nel suo contesto. La stessa autoprotezione, e ancor di più il soccorso ad altri, quando ci si trova in ambiente acquatico, espongono a tutta una serie di aggravi tecnici assenti in altri contesti. In compenso, è anche l'ambiente dove forse è più facile prevenire tutti i problemi, se si sa cosa evitare e cosa fare. Ecco perché questo breve decalogo. Comprenderlo e applicarlo sempre è cosa alla portata di tutti, cui tutti dovrebbero attenersi, per sé stessi e per i propri cari e conoscenti, e non necessita di alcuna preparazione tecnica o sanitaria. E' davvero prevenzione allo stato puro. E funziona.

1-Mai da soli in acqua. Dovete avere sempre almeno un compagno d'acqua prossimo a voi, perfino nel semplice nuoto, durante un normale bagno rinfrescante, ecc. In caso di eventualità di per sé anche banali - tipo un crampo, un affaticamento, uno spruzzo d'acqua di traverso, un leggero malessere, ecc - un compagno vicino può risolverle subito, al contrario se si è soli possono trasformarsi in dramma. Un richiamo particolare all'attenzione verso i bambini: l'annegamento è tra le prime cause di mortalità accidentale infantile, la prima nella fascia d'età fino ai 4 anni! La sorveglianza deve essere intesa come continua e a vista: non lasciate mai solo un bimbo vicino all'acqua, neppure per un istante.

2-Evitare sempre di entrare in acqua a stomaco pieno. Si deve attendere un minimo di 3 ore dal termine d'un pranzo completo (4 se si sono introdotti alimenti a lungo tempo di transito dallo stomaco, come le carni rosse, gli arrosti anche di pesce, la cacciagione, ecc) o 2 ore da uno spuntino.

3-Non esporsi a sbalzo termico, cioè non entrare in acqua di colpo se accaldati per esposizione al sole o surriscaldati per esercizio fisico, ecc, bensì bagnarsi con gradualità, acclimatandosi. Tenere presente che la temperatura delle acque del mare è sempre (anche in piena estate) più bassa di almeno 10 gradi rispetto alla temperatura media della cute (in media 25ºC il mare; 36,5ºC la cute) e che questa differenza è ancora maggiore - anche del doppio - in caso di acque di laghi e fiumi che anche in piena estate raramente superano i 18-20ºC e solo nello strato più superficiale, mantenendosi ad appena 1 metro di profondità sotto i 13-14ºC. Le piscine si attestano in genere intorno ai 22-24ºC. Il rischio di grave sincope da idrocuzione - letteralmente 'da colpo d'acqua', in analogia con l'elettrocuzione da forte scarica elettrica - è tanto più grande quanto è maggiore la differenza tra la temperatura cutanea e quella delle acque dove ci si immerge, elevata la rapidità con cui ci si bagna, ampia l'estensione della superficie corporea esposta. Aumenta poi esponenzialmente se l'immersione avviene in concomitanza con delicate funzioni fisiologiche, come la digestione in atto. Per esempio, dopo pranzo, al sole, può rivelarsi pericoloso anche un improvviso gavettone!

4-Non forzare mai le proprie prestazioni e uscire subito dall'acqua al primo sintomo di freddo (il brivido): l'acqua disperde calore 25 volte più velocemente dell'aria, pertanto, dopo un certo periodo in acqua, anche in piena estate, ci si raffredda. In situazione di raffreddamento le prestazioni calano drasticamente: l'affaticamento si manifesta precocemente e all'improvviso; si verificano più facilmente crampi; si perde concentrazione mentale (si diventa distratti) e coordinamento nei movimenti, si respira male, ecc.

5-Usare particolare attenzione in caso di mare mosso, tuffi dalle rocce, ecc, e in situazioni del genere stare comunque lontani dagli scogli. In particolare, non tuffarsi mai da altezze eccessive e in nessun caso né da alcuna altezza se non si vede chiaramente il fondale in cui ci si va a tuffare. In fiumi e laghi non fidarsi assolutamente di chi assicura che 'lì c'è per forza una certa profondità' anche se non si vede il fondo: capita che magari una piena recente abbia riempito di materiali di riporto quella che si credeva essere una pozza, rendendo la profondità molto minore di quella stimata, e che ciò sia accaduto all’insaputa di tutti.

Naturalmente le possibili raccomandazioni non si esauriscono qui, ce ne sono alcune altre messe a norma da ordinanze e regolamenti sulla balneazione, come pure relative allo specifico di alcuni degli sport che si fanno in acqua e su tutte queste torneremo nei prossimi giorni. Ma intanto le 5 pillole di cui sopra sono già un'ottima prevenzione, sancita ogni anno da tutti i principali organismi, tra cui Guardia Costiera, Dipartimento Sicurezza Sociale della Regione Toscana, Fondazione Stefano Cocchi per la promozione della salvaguardia dagli incidenti in acqua, Sezione Salvamento della FIN, ecc, e diffuse capillarmente in impianti balneari, litorali sorvegliati, nonché in tutte le ASL.

Per concludere questa puntata, ricordiamo anche i numeri utili per eventuali richieste di soccorso: naturalmente il 118, cui però in ambito marino va sempre abbinata la chiamata anche al 1530 della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera, anche se tra questi due numeri, cui corrispondono centrali operative diverse, esistono comunque protocolli di collaborazione e coordinamento che scongiurano rischi di indebite sovrapposizioni di competenze. 

Ultima revisione 5/8/2014

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