C'è un patrimonio culturale di vestiario e paramenti sacri in custodia alla Misericordia di Arezzo
Le moderne divise giallo azzurre della
Misericordia di Arezzo, in dotazione al personale volontario e dipendente
dedicato al soccorso sanitario e ai servizi sociali, non fanno dimenticare che
l'antichissima tradizione dell'ente si esprime anche attraverso tutta una serie
di indumenti rituali e ornamenti storici legati alle cerimonie religiose del
culto dei morti.
Tra le attività meno apparenti ma più
cruciali dell'Associazione c'è infatti la costante manutenzione sia degli
equipaggiamenti moderni, di cui cura anche l'assegnazione, le riparazioni e i
lavaggi, sia il recupero - che talvolta è diventato quasi un restauro - di
un'intera gamma di capi in tessuti tra i più vari. Alcuni dei quali risalgono a
oltre due secoli or sono.
Ci guida in una visita all'ultimo piano
dell'Associazione Rosetta Mori per farci scoprire, accuratamente riposti e
custoditi, camici, stuole, pianete, copricalici, corredi sacri, paramenti da
chiesa, labari, copribare antichi, copricapi, i tradizionali cappucci, stemmi e
vestiario storico rituale. Tutti autentici, nessuna riproduzione.
La signora Bruna Pratesi Tarchiani, 90
primavere che si stenta a credere siano tutte sue - guida l'auto, si muove e
soprattutto stira il vestiario in guardaroba con una energia e una destrezza da
far invidia a un giovane - è la vulcanica sacerdotessa di questo tempio nel
tempio.
Per tutto il resto, le immagini parlano da sole.
Ultima revisione 2/7/2014
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)