Abbiamo trascorso una sera come tante in mezzo agli equipaggi che si avvicendano quando si fa buio, tra un'uscita d'intervento, la pastasciuttata di rito e la prospettiva d'una lunga notte. In realtà, sono anche momenti associativi di grande importanza.
Quando la gente si appresta nelle proprie case a far cena,
c'è un gruppo di persone che si mette intorno a una tavola anche nella nostra
Misericordia. L'ampio salone con il lungo tavolo e la grande terrazza contigua,
dopotutto, servono anche a questo. Ma le persone intorno a questo tavolo
neanche sanno tutte se riusciranno a mangiare una pastasciutta ancora calda o
se piuttosto, proprio nel momento di apprestarsi a farlo, squillerà il telefono
con la centrale 118 e toccherà uscire. Cosa che puntualmente è avvenuta anche
in questa serata, come del resto quasi sempre. Allora vedi gli sguardi che
passano dall'allegria e dalla scherzosità dello stare insieme a un'aria più seriosa. Non preoccupata e nemmeno concitata, è il loro mestiere, ci sono
abituati, fa parte del gioco. Ma più attenta, più concentrata. E si parte. La
pastasciutta resta nei piatti, qualcuno ne ha trangugiato giusto una
forchettata in fretta e furia, qualcun altro ha rinunciato del tutto e l'ha
lascia lì intatta, sapendo che dovrà riscaldarsela quando tornerà
dall’intervento. Chi resta si gusta intanto un menù tipicamente aretino: dopo
il primo di pasta, tocca alla nana al forno con patate e pulezze, e ci si
completa con dolcezze di crostate varie, tutto rigorosamente fatto in casa, o
anche direttamente qui nella cucina dell’associazione. Vino? No, grazie... Qui si
va a bibite, ci mancherebbe! Intanto si parla, si sta insieme, ci si sfotte, si
ricorda. Magari in gruppetti - com'è naturale che sia - ma tutti lì, come una 'grande famiglia', e improvvisamente quest'espressione, di solito così comune e
anche un po' abusata, non sembra affatto così scontata. Non c'è nulla di banale
in ciò che accade qui, dove questa diventa in realtà un'importantissima
attività associativa, nel momento in cui queste persone (molti giovani e
giovanissimi) sono qui con i più diversi ruoli - dipendenti, volontari, collaboratori - per confrontarsi con un mestiere delicatissimo e affascinante: aiutare la
gente con il soccorso sanitario. Condividendo gomito a gomito responsabilità e
tragedie, soddisfazioni e frustrazioni, adrenalina e speranze. E allora è bello
esserci, anche per il solo testimoniarlo.
Ultima revisione 16/5/2014
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)