E' iniziato il rinnovamento che il Magistrato ha inteso attuare nella comunicazione e nell'immagine della nostra Associazione
Come si sarà notato, recentemente il sito istituzionale della nostra Misericordia (www.misericordiaarezzo.it) viene aggiornato più di frequente.
E' il segnale d'inizio di un rinnovamento che il Magistrato ha inteso attuare nella comunicazione e nell'immagine della nostra Associazione e che investirà progressivamente tutti i nostri canali: il sito stesso, ma anche la nostra area social media, le loro reciproche sinergie, fino al giornalino periodico e ai connessi comunicati vari.
In un tempo in cui 'comunicare è esistere', principio di modernità in sé positivo ma di cui taluni abusano, per chi come noi è invece dotato di tradizioni secolari, attività in pieno e continuo svolgimento e valori profondi è un motivo in più, perfino doveroso, per comunicare meglio tutto ciò al mondo. Perché è giusto farlo conoscere. Testimoniarlo.
Naturalmente, non intendiamo far calare tutto ciò dall'alto, anzi. La nostra convinzione è proprio quella che solo rappresentando tutte le variegate anime della Misericordia l'operazione potrà davvero funzionare. Costruiremo assieme questo strumento, accogliendo i suggerimenti di quanti vorranno partecipare per renderlo sempre più efficace.
Per facilitare questa partecipazione abbiamo istituito un 'ufficio stampa' e istituiremo un 'comitato di redazione' in grado anche di recepire meglio notizie, descrizioni, istanze, opinioni proprio da chi vive più da vicino i vari servizi e le tante realtà con cui l’associazione è in rapporto quotidianamente.
A quanti collaborano a vario titolo alla vita della Misericordia è perciò richiesta la collaborazione necessaria affinché si stabilisca questo flusso di informazioni e lo si alimenti in maniera continuativa e costruttiva.
Il riferimento e-mail è: ufficiostampa@misericordiaarezzo.it , disponibile per voi tutti.
Buon lavoro! Il Governatore
Ultima revisione 8/4/2014
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
(Lc 10,34)